di Oriana Davini
Ogni anno in Italia si sprecano 5,1 tonnellate di cibo ancora edibile: significa che buttiamo in pattumiera avanzi che potrebbero invece essere valorizzati in altri circuiti virtuosi, dando loro una seconda vita.
Nell’ultimo periodo si è fortunatamente acceso un riflettore sulla questione dello spreco alimentare: a livello individuale, si moltiplicano i decaloghi antispreco per introdurre nuove abitudini di consumo che evitino l’accumulo di cibo in più rispetto a quello necessario, riciclando il più possibile con ricette ad hoc, delle quali la cucina italiana abbonda.
Ma è sulle grandi quantità che si sta giocando la partita principale.
Le aziende e lo spreco alimentare
Sono sempre di più le grandi aziende e le startup che si occupano del problema di come ridurre lo spreco alimentare: un esempio è Too Good To Go, app nata in Danimarca nel 2015 e ora diffusa in tutta Italia, che aiuta ristoranti, supermercati e negozi a vendere i prodotti avanzati ma ancora commestibili a un prezzo ridotto, per evitare di buttare via cibo ancora buono.
Poi c’è Feed From Food, startup con il sostegno dell’Università degli Studi di Milano che grazie a una tecnologia innovativa permette di recuperare eccedenze e sprechi alimentari trasformandoli in mangimi per animali ed evitando che debbano essere smaltiti come rifiuti. I vantaggi sono notevoli: si risparmia economicamente, perché smaltire gli sprechi alimentari costa più che riciclarli, si ha un impatto positivo sull’ambiente e sul territorio e si evita di creare rifiuti.
Feed From Food, la startup che trasforma lo spreco alimentare in risorsa